Inquadramento Territoriale
La Palude di Torre Flavia è una ZPS (Zona di protezione Speciale IT6030020) che fa parte della Rete Natura 2000 individuata dal Ministero dell'Ambiente, secondo la direttiva 79/409/CEE "Uccelli" e istituita nel 1997 per la conservazione degli habitat essenziali per la sopravvivenza delle popolazioni di avifauna migratrice.
L’area umida si estende tra i comuni di Ladispoli e Cerveteri occupando un totale di circa 40 ettari e sviluppandosi parallelamente alla linea di costa in direzione Nord-Ovest/Sud – Est per una lunghezza di circa 1500m, una profondità massima verso l’entroterra di circa 500 m e un’altitudine compresa tra 0 e 3 m circa s.l.m. Essa costituisce uno degli ultimi esempi di ambiente umido che si estendeva, alternandosi ad aree forestali e arbustive, fino ai primi decenni del secolo scorso su un’ampia zona della maremma laziale. Tali zone sono state progressivamente bonificate, messe a coltura e, soprattutto dagli anni ’70 del secolo scorso lottizzate sia lungo il lato nord dove sorgono i centri abitati di Campo di Mare e di Cerenova (comune di Cerveteri), sia verso sud, anche se in modo discontinuo, per l’espansione di Ladispoli.
La zona umida si estende su terreni argilloso-limosi, ricchi di materiale organico di origine vegetale che creano un tappeto di sostanza organica, responsabile della formazione di un fango nerastro e che consente l’accumulo di acque nella porzione retrodunale.
La palude è separata dal mare dai lembi residuali di un’antica duna sabbiosa.
Essa rientra nella Regione climatica Mediterranea: le precipitazioni sono scarse comprese tra 593 e 811 mm e con pochi episodi estivi (53-71 mm) e variabili da un anno all’altro, mentre l’aridità estiva è intensa e prolungata per 4 mesi, da maggio ad agosto, con un mese di subaridità (aprile).
I venti dominanti provengono dal mare: nei mesi autunnali prevalgono quelli di nord-ovest, mentre in estate i venti da ovest e sud.
La Palude gode di una posizione strategica per la "rete" provinciale delle aree prottette in quanto, insieme alla Riserva Naturale di Macchiatonda, costituisce il legame tra il patrimonio naturale del Litorale Romano e le risorse del patrimonio collinare e montano.