La Storia
LE ORIGINI
Torre Flavia fu eretta nella seconda metà del XVI secolo, probabilmente prima del 1563, nell’ambito del vasto piano di riorganizzazione della difesa del litorale voluta dallo Stato Pontificio, in particolare dai Papi Pio IV e Pio V, con l'obiettivo di realizzare un forte sistema di sorveglianza lungo i territori costieri e le spiagge.
Fu proprio Papa Pio V ad incaricare il Console Martino De Ayala di predisporre un sistema difensivo lungo le coste imperniato su una serie di fortificazioni collegate tra loro, come si legge nella Costitutio de aedifi candis turribus in oris maritimis datata 9 maggio 1567.
Torre Flavia fu una delle 61 torri di controllo edificate lungo la costa tirrenica tra Terracina e Porto Ercole, poste a distanza quasi regolari tra loro e capaci di comunicare celermente una qualsiasi minaccia incombente all'orizzonte sia alle popolazioni costiere che, in meno di un’ora, alla stessa città di Roma. Essa, pertanto, ha da sempre rappresentato non solo una preziosa maglia di una importante catena difensiva, ma anche un perfetto perno di un altrettanto funzionale sistema di comunicazione.
I messaggi di allerta venivano trasmessi di torre in torre tramite segnali ottici, realizzati con il fuoco o con il fumo, oppure sonori, emessi dalle apposite campane che si trovavano sulla sommità delle torri stesse o mediante i cannoni a salve.
Le spese per la costruzione delle torri furono sostenute dai nobili proprietari delle terre in cui le fortezze furono o erano già realizzate; l’amministrazione del sistema delle torri dipendeva in modo diretto dalla Reverenda Camera Apostolica che, tramite il Tesoriere Pontificio provvedeva al pagamento dei Torrieri e della guarnigione, nonché all’invio di armi e munizioni. Nel caso specifico di Torre Flavia, lo Stato Pontificio lasciò che l’amministrazione fosse affidata direttamente al feudatario del terreno, ossia al nobile Flavio Orsini, da cui prese il nome, il quale ebbe così il potere di nomina del torriere, solitamente scelto tra i propri uomini di fiducia.
GLI SPAZI INTERNI
Torre Flavia fu armata di pezzi di artiglieria solo verso gli inzi del XVII secolo; nel 1631 vantava già un armamento ‘…un falconetto di metallo porta di palla libre 4, due mortaletti, due moschetti, una spingarda…” (Cerasoli 1891) e agli inizi del 1800 era armata di due cannoni di calibro 12 e tre fucili con baionette...per soldati e una fornacella per i segnali. In un registro datato 1807 contenente l’inventario “Di tutti li generi esistenti in tutti li porti del littorale di ponente” si riassumono gli arredi e le artiglierie in dotazione alle torri della zona costiera a nord di Roma: in particolare, Torre Flavia risulta armata di cannoni di ferro di calibro 12, 112 palle di ferro, tre fucili a baionetta ed altra artiglieria. Ad ospitarla c'era una piccola guarnigione composta di 5 soldati (la guarnigione di Torre Flavia fu poi ridotta a 3 soldati a fronte di una disputa tra la Camera Apostolica e il Duca di Bracciano che voleva trasferirvi il presidio armato di Palo per poter usufruire del Castello come luogo di residenza; La Camera Apostolica decise che entrambi i presidi andavano mantenuti, pertanto potette ridurre al minimo la guarnigione di Torre Flavia data la presenza di un altro presidio vicino).
Esiste una descrizione minuziosa della struttura della Torre risalente al 1846, una relazione della Sottodirezione del Genio Militare di Civitavecchia dove si evince l'esistenza di un camerone al primo piano con una scala di accesso al secondo piano in cui si trova una camera divisa indue vani, l’uno per alloggio del capoposto, ed altro del deputato di Sanità; la terrazza superiore della torre ospitava i pezzi d’artiglieria e una “cisterna con parapetti di muro attorno, nella quale viene introdotta l’acqua del fosso Vaccina” (Mantero, Panzarasa 1986).
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