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La Proprietà

Torre Flavia fu eretta dal cardinale Flavio Orsini, feudatario del terreno su cui fu costruita, su volere dello Stato Pontificio in funzione di un vasto piano difensivo costiero.

E' proprio dal cardinale Orsini che prende il nome di Flavia.

Il 21 marzo del 1693 venne redatto l'atto di vendita del Castello e della Tenuta di Palo che Flavio e Lelio Orsini cedono al Principe Livio Odescalchi al prezzo di 120.000 scudi. In questo atto viene raccontato il sopralluogo effettuato dal procuratore della famiglia Odescalchi insieme al notaio Pelosi, nelle varie edificazioni presenti nella Tenuta che dagli Orsini passava, quindi, agli Odescalchi. Durante questa lunga passeggiata nei terreni, il procuratore lasciò questa testimonianza del suggestivo paesaggio che circondava la torre: “...Il Procuratore Costantino, insieme con me notaio si recò a Torre Flavia vicino allo stagno, entrando ed uscendo e camminando in essa, fermandosi e sedendo all’interno, aprendo e chiudendo la porta della torre, salendone e scendendone le scale, toccando l’acqua dello stagno, raccogliendo l’erba, scagliando in aria una zolla di terra…(A.Cap., Arch. Urb. Sez. XLIV t. 85).

 

TORRE FLAVIA NEL CORSO DEGLI ANNI

Nel XIX secolo le Torri costiere furono utilizzate per la vigilanza sanitaria nei tanti periodi di emergenza dovuti allo sviluppo di malattie contagiose. Dopo l’Unità d’Italia, le torri costiere del Lazio che meglio si conservarono furono utilizzate per alcuni anni come postazioni per la Guardia di Finanza, in seguito molte furono abbandonate e trasformate in abitazioni o in improvvisati rifugi per pastori e pescatori.

Durante l’ultima Guerra Mondiale, Torre Flavia fu bombardata dalle artiglierie tedesche che, sparando dalle colline di Cerveteri, ne distrussero i due piani superiori.

Tra gli anni Cinquanta e Settanta la forte ingressione marina sommerse un ampio tratto di arenile lasciando per lungo tempo i resti della torre isolati in mezzo al mare.

Le violenti mareggiate hanno continuato a deteriorare la struttura della Torre con il cedimento delle fondazioni e la conseguente pericolosa apertura ed inclinazione delle pareti.

Alla fine degli anni Settanta furono messe in opera le prime barriere frangiflutti di protezione tramite la costruzione di un cordone artificiale di scogli e sabbia e la creazione di una massicciata di grandi blocchi di pietra intorno alle murature.

 

 

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